venerdì 18 maggio 2012

Ebraismo

Ebraismo

La religione ebraica


Con il termine Ebraismo si intende sia una religione monoteistica sia una tradizione culturale, entrambe diffuse all'interno delle comunità etniche ebraiche presenti in tutto il mondo.
Tra gli oggetti liturgici e culturali più importanti nella religione ebraica vi sono:
Menorah, candelabro 'a sette braccia', ne esisteva soltanto uno d'oro puro ed era situato nel Tempio di Gerusalemme, simbolo ebraico ed attualmente dello Stato d'Israele; in quasi tutte le case ebraiche ne è presente una riproduzione. Quando ancora esisteva il tempio veniva acceso un lume al giorno (la settimana partiva dalla domenica) fino a giungere a sette lo Shabbat.
Mezuzzah, pergamena affissa (dentro un piccolo contenitore) agli stipiti delle porte e contenente due brani dello Shema (preghiera fondamentale dell'Ebraismo, da recitare ogni giorno al mattino e alla sera), proprio quelli contenenti il precetto della Mezuzzah.

Tefillin, conosciuti come filatteri, sono scatole nere di cuoio indossate sul braccio e sulla fronte per mezzo di cinghie di pelle. Esse contengono le pergamene con i quattro brani della torah che citano questo precetto.










Kippah, il copricapo indossato dagli ebrei maschi.  
Talled, scialle in tessuto bianco spesso con fasce, comunemente di colore scuro, caratterizzato da quattro lunghe sfrangiature di tessuto alle estremità, chiamate tzitzit. La versione grande (talit gadol)è portata durante la preghiera del mattino e a Yom kippur per tutto il lungo ciclo di preghiere, quella piccola (talit katàn) è indossata quotidianamente.
 
Hanukkiah, plurale hanukkioth, candelabro a 'nove braccia' utilizzato per accendere i lumi durante la celebrazione della festa di hanukkah (festa delle luci) in ricordo della riconsacrazione del Tempio dopo la guerra maccabaica il cui casus belli fu il sacrificio di un maiale nel tempio ad opera di un sacerdote ellenizzante.


Maghen David (Scudo di Davide), stella a sei punte presente nella bandiera dello Stato di Israele insieme alle fasce blu del talled, è diventato il simbolo del sionismo fin dai primi congressi a cavallo tra XIX e XX secolo.

BS"D in ebraico בס"ד, è un tipico, tradizionale acronimo che si può facilmente trovare in molti documenti ebraici, come anche in molte delle moderne pagine web che trattano di ebraismo. Tiene il posto della frase, scritta in lingua aramaica, b'siyata de'shemaya, che significa letteralmente "con l'aiuto del cielo" e viene scritto nella parte alta dei documenti, per ricordare allo scrittore ed al lettore che, senza l'aiuto del Signore, è impossibile per l'uomo realizzare qualcosa che intrinsecamente possegga i valori eterni che Lui ci ha rivelato.


Shoah

Aforismi
"Mi hanno portato via i genitori, l'identità, il fratello e la sorella e i miei averi. C'è qualcosa che vogliono da me. E allora ho pensato alla mia anima. Ho detto: non riusciranno a portarmela via, la mia anima"
Irene
Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui.

“Primo Levi, Se questo è un uomo”
È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte,della miseria,della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto,è sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ci ucciderà,partecipo al dolore di migliaia di uomini,eppure quando guardo il cielo,penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà,che ritornerà la pace e la serenità.

“Il diario di Anna Frank”
“Erano cento
Erano cento uomini in arme.
Quando il sole sorse nel cielo,
Tutti fecero un passo avanti.
Ore passarono, senza suono:
Le loro palpebre non battevano.
Quando suonarono le campane,
Tutti mossero un passo avanti.
Così passò il giorno e fu sera,
Ma quando fiorì in cielo la prima stella,
Tutti insieme fecero un passo avanti.
“Indietro, via di qui, fantasmi immondi:
Ritornate alla vostra vecchia notte”:
Ma nessuno rispose, e invece.
tutti in cerchio, fecero un passo avanti.”

“Primo Levi, incipit di “Vizio di forma”
Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. Questo vocabolo venne usato per la prima volta nel 1938 nella Palestina sottoposta al mandato britannico durante una riunione del Comitato Centrale del Partito Socialista, in riferimento al pogrom della cosiddetta “Notte dei Cristalli”.

Nella parola Shoah, voce biblica che significa “catastrofe, disastro”, è implicito che quanto è accaduto non ha alcun significato religioso, contrariamente a ciò che richiama il termine olocausto, spesso usato, che rinvia a un’idea di sacrificio di espiazione. La Shoah è piuttosto un genocidio, ovvero un’azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso.

Ben sei milioni di ebrei (secondo fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista.

La Shoah si sviluppò in cinque diverse fasi:
I. la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei;
II. la loro espulsione dai territori della Germania;
III. la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori conquistati a est dal Terzo Reich, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla società e in precarie condizioni sanitarie ed economiche;
IV. i massacri delle Einsatzgruppen (squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni oppositore del nazismo nei territori conquistati dell’Ucraina e della Russia) durante le azioni di rastrellamento;
V. la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un’immediata selezione, gli ebrei venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e sfruttati fino all’esaurimento delle forze, per essere poi comunque eliminati.
Il nazismo fece dell’attacco agli ebrei uno dei propri elementi fondanti. Dal momento in cui giunse al potere, si scagliò contro i cittadini ebrei con ogni mezzo di propaganda e con una fitta campagna di leggi. Per convincere anche la pubblica opinione della necessità di questa lotta, furono utilizzate le accuse di deicidio, di inquinamento della razza ariana e di arricchimento mediante lo sfruttamento del lavoro e delle disgrazie economiche altrui.
Gli ebrei, secondo i piani dei gerarchi nazisti, avrebbero dovuto scomparire dalla faccia della terra. Il progetto di Hitler, infatti, era quello di rendere tutto il mondo Judenfrei (libero dagli ebrei).
Dal momento dell’entrata in guerra, la Germania rese sempre più violenta la lotta contro i civili ebrei, iniziandone l’eliminazione fisica. Con il proseguire del conflitto, più si profilava certa una sconfitta per il Terzo Reich, più si faceva intensa la guerra dei nazisti agli ebrei, come se la loro distruzione totale potesse costituire una vittoria compensatrice.
In base a un’indagine compiuta da G. Schwarz, uno dei maggiori studiosi dell’universo concentrazionario, i gerarchi nazisti istituirono più di 10.000 campi sul suolo del Terzo Reich.
Cinquanta erano le categorie in cui venivano suddivisi i lager, in base alle diverse finalità, ma sei in tutto erano i campi di sterminio dove i deportati venivano selezionati e uccisi con il gas, creati solo per ebrei e zingari: sono questi i luoghi della Shoah.
Ma la notte tra il 9 e il 10 novembre venne anche scatenata una vera e propria caccia all’uomo contro gli ebrei, in cui furono bruciate centinaia di sinagoghe, distrutte gran parte delle loro proprietà e uccise 90 persone: dalla quantità dei vetri rotti rimasti per le strade, quella notte fu chiamata “Notte dei cristalli” (Kristallnacht). Da allora ebbero inizio le deportazioni nei campi anche degli ebrei arrestati nel corso delle azioni punitive.
Sin da quei primi anni, quindi, possiamo oggi capire come la Germania nazista combatté due guerre parallele: una contro i nemici esterni, che ebbe inizio il 1° settembre 1939 e sfociò nel dramma della seconda guerra mondiale; l’altra contro gli ebrei, cittadini inermi, secondo le leggi naziste colpevoli di esistere.
Da qui ebbe origine la Shoah, la cui legalizzazione si formulò in tre tappe fondamentali:
1935: leggi di Norimberga;
1939: leggi sull’emigrazione forzata degli ebrei dal territorio tedesco verso i ghetti nella Polonia occupata;
1942: Conferenza di Wannsee.
Questi tre eventi furono scanditi da una serie di provvedimenti burocratici che permettevano a qualsiasi uomo ariano di commettere crimini contro un suo simile pur continuando a considerarsi un buon cittadino, e anzi per questo essere ricompensato dallo Stato. 
Lavoro realizzato da Michael Turcato: la Shoah, Paolo Ziraldo:gli aforismi sulla shoah e Lorenzo Sabidussi: l'ebraismo.





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